Quando si parla di moda in Italia ci si riferisce ad un settore che, oltre ad esserci invidiato in ogni parte del mondo (grazie a stilisti come Valentino o Roberto Cavalli), è anche una parte fondamentale e trainante dell’economia del nostro paese.

Dai cappellini fino alle scarpe da donna, dalle maglie fino all’intimo, la moda italiana è davvero un settore che non conosce crisi economica. Piuttosto che a livello di consumi interni (che sono per la maggior parte stagnanti, poiché è previsto un aumento degli stessi di solo lo 0,3%) e a livello di Europa, è fondamentale però puntare verso l’est del mondo, rivolgendosi dunque a paesi come la Cina o il Giappone, dove la crescita è migliore rispetto alla nostra. In maniera particolare nel primo, la moda sta diventando sempre più importante, come testimoniato dallo Shangai Fashion Week, che tra l’altro ha visto un vero trionfo del “made in Italy”. Nel “vecchio continente” la crisi economica ha lasciato delle ferite molto profonde, anche in economie particolarmente forti come la Germania o la Francia, e dunque non è più la soluzione per poter crescere al meglio.

Per fortuna, rispetto a qualche tempo fa, l’economia del nostro paese è meno dipendente da quella dell’Europa (almeno in termini di esportazioni) e inizia ad essere presente in pianta stabile anche sui mercati più in crescita. Ovviamente anche il business della moda non poteva essere da meno e sta iniziando a cogliere le interessanti opportunità che arrivano dall’estero, anche se in maniera alquanto lenta e al di sotto della velocità di crescita delle esportazioni del resto della moda europea.

Per poter aumentare ancora di più la presenza dei nostri capi fashion sui mercati esteri occorre pensare e mettere in pratica una strategia di diffusione e di commercializzazione degli stessi su larga scala, perché i nostri capo di abbigliamento non hanno nulla da invidiare a quelli degli altri, anzi, sono da sempre uno dei nostri fiori all’occhiello.