Il Tfs: un ancora di salvezza per i pensionati

Al momento del pensionamento, i tempi di attesa per ricevere l’agognato (e meritato) Tfs sono biblici; in non pochi casi il trattamento di fine servizio viene erogato ai beneficiari anche dopo due anni dalla messa a riposo. Fino a questo momento, inoltre, la legge non ha consentito di poterne richiedere un anticipo ma le cose sono fortunatamente cambiate.

Il nuovissimo decreto legge 4/2019, agli art.23 e 24, precisa infatti che sarà possibile presentare istanza per un anticipo del Tfs fino a 45.000€. Su questa somma, inoltre, si potrà ottenere una detassazione sino al 7,5%.

Ma chi sono i beneficiari?

Anzitutto chi raggiungerà la pensione di vecchiaia, ossia 67 anni e almeno 20 anni di contributi. In seconda istanza, quanto detto vale anche per la pensione anticipata, ossia 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Le novità riguardano la quota 100 (62 anni di età e 38 di contributi) e coloro che usufruiranno dell’Ape sociale.

Tutto ciò vale anche per i pensionati. La commissione Lavoro del Senato ha approvato un emendamento che darà la possibilità a chi è già a riposo di ottenere l’anticipo del Tfs, sempre entro il limite di 45.000€. Inoltre si garantisce l’accredito del trattamento di fine servizio entro tre mesi dalla cessazione del rapporto lavorativo.

Si tratta di un provvedimento molto importante perché finalmente i pensionati pubblici sono equiparati a quelli privati, per i quali è già da tempo possibile chiedere un anticipo del Tfr. Il meccanismo è molto semplice, ed in sostanza è un prestito bancario (noto come cessione del TFS) a condizioni agevolate, grazie ad un accordo siglato con l’Abi (Associazione bancaria italiana).

Potrebbero, nel breve periodo, essere proposti ulteriori emendamenti per allargare la base di coloro che potranno usufruire dell’anticipo Tfs. Il TFS è ancora fuori portata per i lavoratori del settore difesa e sicurezza, le lavoratrici andate in pensione con Opzione Donna, nonché chi ha usufruito della totalizzazione nazionale di cui al decreto legislativo 42/2006.

Possiamo comunque parlare di una vera e propria ancora di salvezza, dal momento che la somma può essere più che utile a tante famiglie per estinguere un mutuo, aiutare i figli nell’acquisto di un immobile, comprare una nuova macchina o far fronte alle tante spese impreviste che costellano la quotidianità.