Tasse sull’azzardo: quanto incidono sul bilancio?

tasseIl gioco d’azzardo ha vissuto negli ultimi anni una crescita pressoché costante. Paradossalmente, proprio durante questo periodo di crisi economica sono in moltissimi a “tentare la fortuna”, spesso scoraggiati dalle avversità e dall’amarezza della vita. Il gioco d’azzardo, in ogni caso e in ogni epoca, ha sempre goduto di buona salute, stuzzicando avventori di ogni classe sociale. L’Italia si piazza piuttosto bene (o male, a seconda dei punti di vista) nelle classifiche dei giocatori incalliti, con un indotto piuttosto florido.

Tuttavia la situazione italiana è tutt’altro che favorevole al gioco d’azzardo per quanto riguarda la tassazione. Certo, ovviamente sull’azzardo ci sono da pagare le tasse e la – ormai quasi proverbiale – notevole pressione fiscale del Bel Paese si fa sentire anche in questo settore. Ma quanto incidono le tasse sull’azzardo sul bilancio complessivo dello Stato? In questo senso la situazione è ferma all’aprile 2017, momento in cui non arrivavano affatto buone notizie per gli addetti ai lavori del settore. Infatti questi ultimi erano praticamente in rivolta, dopo aver dovuto assistere al sesto aumento consecutivo sulle tasse dei giochi.

Breve nota: parliamo ovviamente di tutto il circuito del gioco legale, dai siti scommesse fino ai casino tradizionali, dato che riprenderemo a breve per una ulteriore considerazione. Prima parliamo un po’ di cifre: l’ultimo aumento di cui accennato poc’anzi dovrebbe portare 600 milioni in più nelle casse pubbliche, rispetto ad una cifre che annualmente si aggira intorno ai 10 miliardi. Tuttavia, oltre al danno arriva anche la beffa. Perché al netto dell’aver inasprito la pressione fiscale sul gioco legale, poco o nulla si è fatto per combattere il gioco illegale, che di fatto può essere considerato una forma di concorrenza sleale. Pare insomma di essere di fronte all’ennesimo “affare all’italiana”  ovvero ad un mix di accondiscendenza di comodo (quanto non direttamente truffaldina) e moralismo misto a ipocrisia. Risultato? Nulla di fatto, nulla di intelligente, almeno.

Ad ogni modo, nell’economia di questa manovra data aprile 2017 le entrate maggiori dovrebbero arrivare su due fronti: quello del comparto degli apparecchi di intrattenimento e quello della cosiddette “tasse sulla fortuna” applicate in maniera più o meno differenziata a diversi giochi a partire dal 2011. Di queste ultime in particolare possiamo evidenziare quella sule vincite al Lotto (dal 6 all’8%) e quella su altri giochi come il Gratta&Vinci o il SuperEnalotto (dal 6 al 12%).